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lunedì 20 ottobre 2014

IL SENSO DELLA VITA

Photo By MS

Il direttore di Katushka solleva il problema:
"Qual'è lo scopo della vita?".
Può darsi che intenda aprire una profonda discussione filosofica.
Può anche darsi che si senta preso dalla paura
che la vita umana non abbia alcun significato.
Nel primo caso va tutto bene.
Ma se fosse giusta la seconda ipotesi
non andrebbe affatto bene.
Perchè la sola risposta possibile è
"Si vive per vivere",
per quanto strana e unilaterale questa risposta possa sembrare.
Tutto il significato della vita è la vita stessa,
il processo dell'esistenza.
Per capire il significato della vita si deve, prima di tutto,
amare la vita, abbandonarcisi completamente.
Solo allora se ne comprenderà il significato,
si capirà perchè si vive.
La vita, a differenza di tutto ciò che è opera dell'uomo,
non ha bisogno di teorie.
Chiunque sia capace di adempiere alla funzione di vivere,
può fare a meno di teorie sulla vita.

Dal diario dello studente Kostya Ryabtsev

lunedì 13 ottobre 2014

LE ULTIME PAROLE FAMOSE

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GABER



Io se fossi Dio
la Terra la vedrei piuttosto da lontano
e forse non ce la farei ad accalorarmi
in questo scontro quotidiano.
Io se fossi Dio
non mi interesserei di odio e di vendetta
e neanche di perdono
perché la lontananza è l’unica vendetta
è l’unico perdono.
E allora
va a finire che se fossi Dio
io mi ritirerei in campagna
come ho fatto io.

domenica 12 ottobre 2014

giovedì 9 ottobre 2014

L'AMICO (Racconto)

L’AMICO
Di Mario Stilli

Quando lo incontro in strada è sempre molto indaffarato nelle sue fac-
cende. Capita di salutarsi, o al massimo di scambiare quattro battute.
Succede solo durante una delle mie serate solitarie che, talvolta,
egli bussa alla mia porta.

lunedì 6 ottobre 2014

POLVERE (Racconto)

POLVERE
di Mario Stilli

L'ultima fila di oggetti era evidentemente non uniforme e di altezza inferiore alle altre due corrispondenti nei due scaffali superiori. Ciò evidentemente stonava! Giuliano aveva accuratamente e minuziosamente scelto i contenitori per ordinare i suoi oggetti. Si era recato appositamente in un negozio che ne aveva di tutti i tipi e misure. “Vorrei una serie di scatole in plastica delle dimensioni di centimetri quindici per venticinque (circa)”, aveva detto alla commessa che lo ascoltava attentamente, “per una profondità di tre centimetri”. Avendo fortunatamente trovato le suddette delle caratteristiche adeguate, Giuliano si bloccò decisamente sulla scelta

LA DONNA DEL TRENO (Racconto)

LA DONNA DEL TRENO
di Mario Stilli

Il travalicare certe convenzioni dialettiche, che indubbiamente esistono nei rapporti tra le persone, può produrre, talvolta, effetti piacevoli. Dipende tutto dal tipo di individuo e dal modo (piacevolmente fine e gentile) con cui vengono riversati certi pensieri sull’oggetto verso il quale essi sono rivolti. Alter la vide. Una mattina come tante (guarda caso). La donna, alta, slanciata, capelli tra il rosso ed il castano, indossava una lunga gonna nera. La camicetta, sempre dello stesso colore, era cinta, in basso, da una sorta di fascia elastica

IL LOMBRICO (Racconto)

IL LOMBRICO
Di Mario Stilli

Un giorno, in una sporca strada di città, venne a trovarsi sul marciapiede un piccolo lombrico. Un piccolo e vispo vermetto rossastro che si contorse un po’ sul cemento maledettamente duro e non dolcemente accogliente come la sua amata terra umida. Chissà lui, il poverino, era caduto da un vaso di fiori posto sul davanzale di una finestra della casa soprastante; o forse un pescatore di passaggio con la scatola delle sue esche mal chiusa…, fatto è che l’animalino non sapeva cosa fare, dove strisciare per salvarsi da tutti ciò che avrebbe potuto schiacciarlo : ruote scarpe ed altro. All’improvviso, uscito da un piccolo giardino lì vicino,

FLYING HEARTS (Racconto)

FLYING HEARTS
di Mario Stilli

La strada si insinuava dolcemente tra le basse collinette che si trovano quando, lasciata la città per le tortuose stradine di campagna, improvvisamente ci troviamo a notare il nettissimo stacco tra la rigida struttura urbanistica della metropoli ed il formarsi repentino di un paesaggio campestre. Non era una giornata particolare ed Elena e Dario, in quel pomeriggio invernale, avevano deciso di prendere quella strada senza alcun motivo specifico. Il tempo era piuttosto mite e qualche raggio di sole pallido di tanto in tanto illuminava fiocamente la campagna. Dario era andato ad attenderla sotto casa, come sempre; la ragazza, scorgendo