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mercoledì 8 giugno 2016

UNGARETTI - NATALE


NATALE
di Giuseppe Ungaretti

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Napoli, il 26 dicembre 1916

giovedì 8 ottobre 2015

INSOMNIA


Per risolvere il problema dell'insonnia da stress,
occorre procedere come nell'amore.
Non inseguite mai quello che desiderate ottenere:
mostratevi indifferenti, inaccessibili.
Il sonno è una creatura estremamente capricciosa;
non adulatelo, dandovi a vedere troppo disponibili;
evitate di prepararvi accuratamente,
di adagiarvi nel vostro letto a luci spente,
torturandovi nell'attesa;
aspettate che sia lui a fare il primo passo,
lasciatelo venire verso di voi
e solo quando sarete sicuri di averlo in pugno,
potete abbandonarvi tra le sue braccia.

G.Salvatores - Turnè (1989)

sabato 26 settembre 2015

DESTINO


Per quanto tu ti sforzi di costruire i tuoi progetti, i tuoi sogni,
ti rendi conto, a volte, che le cose succedono perchè devono succedere.
Questo nel senso che il corso dell'esistenza sembra, talvolta,
uno svolgersi inevitabile.
Allora capita di pensare che ci sia qualcosa di predelineato:
ma nel senso che la vita, lo svolgersi dell'esistenza umana,
il progetto del vivere,
abbiano già un loro modo di esprimersi, una loro cadenza di avanzamento,
una loro velocità ottimale, una loro lingua universale,
i loro valori valori assoluti:
come una musica che, per esprimere il messaggio dell'autore,
ha bisogno di regole, di fantasia, di moto, di idee giuste.
Quindi dobbiamo pensare che spesso occorra solo
abbandonarsi alla vita, pur conservando inalterati,
fermi e luminosi, i nostri ideali.
                                                             MS

lunedì 21 settembre 2015

AI MIEI GENITORI


La storia a volte ci insegna
che riusciamo ad apprezzare i nostri genitori
solo dopo che li abbiamo perduti.

domenica 7 giugno 2015

LEOPARDI - L'INFINITO (1826)

L'INFINITO 

« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »

G.Leopardi (1826)